À l’en(vie): il desiderio come forza creativa
- CityWorld Magazine
- 9 ott
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 27 ott
Presentata a Parigi il 10 settembre 2025, la mostra À l’en(vie) invita il pubblico a un viaggio intimo e poetico nel cuore del desiderio umano. Attraverso una serie di disegni a inchiostro di china, l’artista esplora quei momenti sospesi in cui l’essere umano si trova di fronte a se stesso, sul limite tra ciò che è e ciò che potrebbe diventare. È una riflessione visiva e simbolica sulla fragilità dell’esistenza, sull’energia che nasce dal desiderio e sulla tensione costante tra scelta, perdita e realizzazione.

Le opere di À l’en(vie) sono spoglie di artifici e di ornamenti, ridotte all’essenziale. Il tratto dell’inchiostro diventa un atto di verità, capace di catturare quel momento fragile in cui vitalità e desiderio si confondono, generando immagini sospese tra l’introspezione e la rivelazione. Ogni disegno è come una superficie da decifrare: dietro la sua apparente opacità si celano racconti interiori, echi personali e frammenti di vite desiderate o intensamente vissute.
Il gesto del disegno assume così una dimensione quasi meditativa. Ogni linea è un percorso, ogni macchia un’emozione. L’artista chiede allo spettatore di guardare oltre, di lasciarsi coinvolgere, di diventare parte del racconto. La mostra si trasforma in un dialogo silenzioso tra chi crea e chi osserva, dove l’arte diventa linguaggio dell’anima.
Filo e tessitura: i simboli del destino, À l’en(vie)
Un elemento chiave della mostra sono le cuciture che prolungano i disegni, sottili fili che attraversano la carta come estensioni del gesto creativo. Questi fili rimandano a figure mitologiche femminili che hanno fatto del tessere un atto di potere e creazione: Arianna, Aracne, le Parche, Penelope. Tutte simboli di una forza creativa che costruisce il destino invece di subirlo.

Il filo, in questa interpretazione, non è solo un segno visivo ma una metafora universale: collega, unisce, trasforma. Rappresenta la continuità tra passato e presente, tra sogno e realtà. È un gesto ostinato e paziente che tiene insieme le fratture, che ricuce, che accoglie l’altro. Così, la tessitura diventa linguaggio del tempo e dell’identità, un atto che riafferma il potere di creare legami e reinventare se stessi.
Una metafora della vita e della creazione, À l’en(vie)
À l’en(vie) si configura come una metafora dell’esistenza e della creazione artistica. Il disegno diventa cattura dell’istante, la cucitura un legame che resiste, il desiderio la forza vitale che spinge a trasformare il mondo. Inchiostro e filo si incontrano per raccontare un’energia fragile ma tenace, capace di sovvertire il corso delle cose e di intensificare la presenza nel mondo.

La mostra celebra il desiderio come motore della vita: la spinta a sentire, a respirare, ad amare, a scegliere. Ogni opera è un atto di coraggio e di libertà, un invito a riconnettersi con quella forza interiore che muove l’essere umano verso la propria realizzazione.
In un’epoca segnata dall’incertezza, À l’en(vie) ci ricorda che creare e desiderare sono due forme di resistenza e rinascita. L’arte diventa così un modo per vivere pienamente, per riscoprire il significato del tempo e per accogliere la trasformazione come parte essenziale dell’esistenza.
Mélanie Pauli-Geysse



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